Si fanno sempre più insistenti le pressioni per lo scorporo della rete di Telecom Italia.
Anche oggi Marco Fossati, azionista con il 5% della società ma non nella holding Telco che controlla Telecom Italia, avendo i voti per nominare la Maggior parte del CdA, il Presidente e l’Amministratore Delegato, ha invitato Bernabè, ora non più contrario, a percorrere questa strada.
Tutto questo ovviamente poi porterebbe all’accordo con Cassa Depositi e Prestiti e ad un progetto comune con Metroweb. Sarebbe stato sciocco fare due reti parellele nelle grandi città, e quindi è sempre stato ovvio che non si sarebbero fatte.
Infatti lo scorporo viene salutato con favore anche da Paolo Bertoluzzo, A.D. di Vodafone (qui un richiamo all’articolo che non è on-line, e qui in interessante commento).
Se si arriverà allo scorporo, e la questione principale sarà l’effetto sul debito di Telecom Italia ovviamente, sarà un passo avanti.
Però mancheranno ancora due elementi essenziali:
- l’apertura della a tutti gli operatori su basi effettivamente paritetiche, visto che Telecom Italia vuole comunque mantenere il 51% della società di rete
- l’universalità del servizio, ossia che i nuovi servizi possibili solo sulla fibra arrivino veramente a tutti, come il rame oggi
I piani di Telecom e Metroweb comprendono infatti solo le principali città italiane, lasciando nuovamente in divario digitale gran parte della popolazione. La giustificazione è ovviamente il costo.
Però secondo me è possibile ottenere questo risultato senza metterci soldi pubblici, incrementando la concorrnza rendendo neutra la rete e senza scontentare troppo Telecom, anzi nulla sul piano finanziario. Ad un altra puntata il come.